16042010061-001Mi chiedo come siano passati novantotto  anni così, guardo ancora quella foto in cui mia nonna ha solo un paio di anni e non mi capacito.
Sembrano volati, anche se sulle sue povere membra ogni giorno pesava come un macigno.
Il tempo che scorre mi spaventa in maniera esponenziale, la mia casa ormai vuota mi fa stare male, quando mi ritrovo nella stessa stanza con i miei genitori, ho l’impressione di essere una reduce o una sopravvissuta insieme a loro, racchiusi in pochi metri quadrati, con due computer ed una televisione.
Tra di noi si è interposta solo la tecnologia, per il resto siamo sempre noi: papà guarda la tv, sembra apparentemente calmo non più tanto sereno, seduto sulla poltrona della nonna, chiuso sempre nel suo silenzioso amore che veglia su di noi sia con lo sguardo che con le sue braccia protettive ma che mai ci sfiorano.
Quando me ce dirai che ci ami? Forse mai, ma so che è così.
La mamma, parla , è sempre lei, la donna che ho sempre conosciuto, credo sia anche forte, è riuscita ad affrontare tante cose. Da quando è arrivato internet, con tutto quello che dentro, è anche capace di guardare in due monitor contemporaneamente ma perchè?
Uno non le basta!? E’ passata dal registro di classe al pc, rapidamente, è stata brava.
Poi ci sono io, nell’angolo più estremo della scrivania, vicino al balcone, che ascolto e guardo tutto, riconosco la solita moto con la marmitta sgangherata che passa ogni notte, controllo che la batteria del mio portatile non sia scarica, digito e parlo anche io tanto, e spesso me ne pento.
Alla fine cosa è cambiato?
Io ho solo avuto la promozione in un’ altra stanza della casa, nell’altra entro ancora a singhiozzo, quella in cui per più di vent’anni ho diviso con la nonna e mia sorella, lì prima che il web entrasse nelle nostre case la sera la passavo ascoltando la radio, sino alle 22,30 poi la nonna doveva andare a letto ed io raggiungevo Simona che guardava la tv, fino a tarda notte, poi in punta di piedi si andava a dormire, provando a non svegliare chi già dormiva.
Molti dei quei passi non fanno più parte di questa casa ma le impronte lasciate sono indelebili dentro di me.