Il patriarcato delle strade: un viaggio nell’odonomastica di Palermo e oltre

L’odonomastica, ossia il sistema di denominazione delle vie, delle piazze e di altri luoghi pubblici, rappresenta molto più che un insieme di nomi. È uno specchio della cultura, dei valori e delle priorità di una società. Analizzando i nomi delle strade di una città, si può facilmente comprendere chi viene celebrato, ricordato e onorato. A Palermo, così come in molte altre città italiane e internazionali, l’odonomastica rivela una profonda disparità di genere, frutto di una lunga storia di patriarcato.

Secondo i dati presenti su Mapping Diversity, un progetto che analizza l’odonomastica di diverse città europee, a Palermo i numeri sono inequivocabili: solo 126 strade sono dedicate a donne, mentre 1564 portano il nome di uomini e 1417 sono dedicate a figure neutre o temi generali. Questa disparità è un segnale tangibile di un sistema culturale che, per secoli, ha privilegiato gli uomini nel riconoscimento pubblico.

Palermo è una città ricca di storia, cultura e influenze che attraversano millenni. Tuttavia, questa ricchezza non si riflette in un’odonomastica inclusiva. Le donne che compaiono nei nomi delle strade di Palermo appartengono spesso a un ristretto gruppo di figure storiche: sante, regine, nobildonne, o figure religiose. Gli ambiti della scienza, della cultura, della politica e delle arti, nei quali le donne hanno contribuito in modo significativo, restano invece largamente sottorappresentati.

Un esempio emblematico è la scarsità di vie intitolate a donne contemporanee o appartenenti a categorie diverse da quelle tradizionali. Nonostante le battaglie per l’emancipazione femminile e i contributi delle donne in ogni campo, i nomi femminili continuano a essere relegati ai margini del panorama urbano.

Questa disparità si riflette in una mancata valorizzazione della memoria femminile nella sfera pubblica. L’assenza di nomi di donne nelle strade non è solo una questione simbolica: ha un impatto concreto sulla percezione collettiva, rafforzando l’idea che gli uomini abbiano avuto un ruolo predominante nella storia e nel progresso della società.


La situazione di Palermo non è un’eccezione, ma una regola. In tutta Italia e in molte altre nazioni, l’odonomastica riflette una visione patriarcale della storia. Gli uomini, spesso militari, politici o intellettuali, dominano le mappe urbane, mentre le donne sono presenti in modo sporadico e con un focus limitato su ruoli tradizionali.

Secondo uno studio condotto dal gruppo di ricerca Toponomastica Femminile, associazione della quale ho fatto parte, in Italia, solo il 4% delle vie è intitolato a donne. Questo dato è emblematico di una narrazione storica che esclude sistematicamente le donne dai riconoscimenti pubblici. Anche quando le donne vengono ricordate, spesso lo sono in ruoli che riflettono gli stereotipi di genere, come quello della madre o della figura religiosa.

L’intitolazione delle strade è un atto politico e culturale. Decidere chi merita di essere ricordato nello spazio pubblico significa definire quali valori, quali storie e quali figure debbano essere tramandate alle future generazioni. Un’odonomastica inclusiva non solo rende giustizia alle donne che hanno contribuito alla società, ma offre anche modelli di riferimento diversificati per uomini e donne.

Cambiare l’odonomastica non è solo una questione di equità, ma anche di educazione. Intitolare strade a scienziate, artiste, politiche e attiviste femminili significa creare consapevolezza sulle conquiste delle donne e stimolare una riflessione critica sulla storia.

Per affrontare il patriarcato delle strade, sono necessarie azioni concrete come rivedere l’odonomastica esistente: mappare le vie delle città e identificare le disparità di genere è il primo passo.

Iniziative come Mapping Diversity sono fondamentali per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni.

Intitolare nuove strade a donne: Le nuove vie o piazze devono riflettere una maggiore parità di genere. Questo include non solo donne celebri, ma anche figure locali che hanno avuto un impatto significativo.

Educare alla diversità: sensibilizzare le scuole e le comunità sull’importanza di una rappresentazione equa nello spazio pubblico può contribuire a un cambiamento culturale a lungo termine.

Coinvolgere la cittadinanza: promuovere consultazioni pubbliche per scegliere i nomi delle strade può portare a una maggiore partecipazione e consapevolezza.

Ripensare l’odonomastica è un passo verso una società più inclusiva e giusta. Palermo, con la sua ricca storia e la sua vivace comunità, ha l’opportunità di diventare un esempio virtuoso, dimostrando che il patriarcato delle strade può essere superato.

Ogni nuova strada intitolata a una donna è un passo verso il riconoscimento delle lotte, delle conquiste e del valore delle donne nella storia. È una dichiarazione pubblica che il contributo femminile è altrettanto importante di quello maschile, un messaggio potente per le future generazioni.

L’odonomastica è più di una semplice questione di nomi: è una questione di giustizia e memoria. Il cambiamento è possibile, e inizia proprio dalle strade che attraversiamo ogni giorno.