Che tornassi ci abbiamo sempre tutti sperato
Sarà colpa della geografia dell’Eremo, di quella casa ad angolo e di quel muretto che nasconde solo la vista dal resto, ma che tornassi ci abbiamo sempre tutti sperato.
Perché le estati che passiamo insieme ogni anno da più di trent’anni vivono in un piccolo mondo a parte senza rumori, frastuoni della città, luci che celano le stelle: qui non abbiamo niente ma abbiamo tutto.
Non ci vediamo da più di vent’anni, ma abbiamo avuto l’opportunità di ritrovarci grazie a Facebook abbiamo parlato un po’, ti avevo detto che Simona stava per diventare mamma. Alla fine non ho, abbiamo mai chiesto molto: rivedersi ogni anno, ad agosto per poco, quanto basta per raccontarsi cosa avessimo fatto durante l’anno ma già non succedeva da parecchio; forse l’ultima volta avró avuto sedici anni, ero una bambina ancora, lunga infanzia e lunga adoloscenza, ma di bene te ne ho sempre voluto tanto perché i sentimenti non hanno età.
Non abbiamo avuto l’opportunità di fare discorsi “seri”, profondi, ma ti ho vissuto attraverso i miei fratelli che per tante cose mi hanno fatto da maestri.
Così ogni benedetta estate con un tacito silenzio, speravamo che spuntassi da quel cancello, senza grate, per abbracciarci e recuperare in quei pochi secondi tutto il tempo che era passato.
Un anno fa abbiamo saputo che questo sogno resterà tale, hai portato via con te un pizzico della nostra serenità all’Eremo, ma non è colpa di nessuno solo che alzando lo sguardo verso casa tua ci si strazia il cuore, semplicemente.