Noi nella casa sospesa, io sono la piccolina con la maglia rossa

Fa un po’ strano avere delle foto ma soprattutto dei ricordi di una casa che non esiste più perché è crollata come un castello di carte, quello che costruisci giocando con i tuoi cugini quando sei un bambino, gli stessi con cui in quella casa ci passavi i pomeriggi lunghi domenicali ed ogni volta era una festa anche se non era Natale o Pasqua, noi poi avevamo cambiato casa e quella era diventata la loro.

Ho il ricordo dell’odore che c’era nelle scale e nella portineria ancora vivo e di quando entrata per prima nell’ascensore da sola, fui “chiamata” da un altro piano, che paura!

Gli anni davvero forse più belli, eravamo tutti e la creatività era l’ingrediente base dei nostri giochi, poi inesorabilmente il tempo passa, anche le cose, e per quei pilastri che ci sostenevano, troppe volte dimenticati e lasciati a marcire fino al giorno in cui è venuto giù tutto.

L’appartamento al quinto piano di Via Pagano è rimasto nei miei sogni, ogni tanto torna in fase onirica sospeso per aria, consapevole che sotto non ci sia più nulla, torniamo a viverci stavolta galleggiando sull’aria.

I giornali hanno sempre parlato di “palazzina” forse per renderlo meno cruento, ma era un palazzo di sei piani, uguale, era il terzo condominio, alla fine della immagine che vedete in questo post.

Sono morte tre persone nel crollo, tutte dello stesso nucleo familiare, tra cui Giuseppe Siciliano, vigile del fuoco che per cercare di salvare invano i suoceri ha perso la vita insieme alla loro.

Cinquanta persone si sono salvate, visi a me noti che nel giro di pochissimo hanno perso tutto.

Oggi ricorre l’anniversario di quel tardo pomeriggio dell’11 Marzo 1999, quando dal TG1, a cena, abbiamo sentito la notizia di un crollo in città e la mente di tutti noi è corsa subito alla casa di via Pagano, era da anni che si parlava di lavori di consolidamento, paradossalmente si era iniziato proprio in quei giorni, poi abbiamo visto le ruspe dell’esercito sotto casa correre verso il disastro.

Dopo anni di abbandono e di una voragine a cielo aperto le due ali del palazzo rimaste hanno ripreso vita, come se si fosse fatto un balzo temporale di dodici anni e come se niente fosse mai accaduto, le luci si sono accese di nuovo, le fioriere sono ancora una volta sui balconi colorate e profumate.

Che dirvi che a me fa più impressione adesso, che ieri abbandonato.

La notizia su Repubblica

Aggiornamento 3 anni dopo, oggi hanno intitolato la villetta al vigile del fuoco, morto nel crollo insieme ad altre due persone, che oltretutto erano i suoceri.

Ho aggiunto una foto, della “casa sospesa”, io sono la più piccola della foto, vicino al bimbo biondo, con la maglia rossa.

Oggi il palazzo è ripopolato, o meglio, le due prime, quelle che vedete in questa immagine.

Ho un ricordo di me, mia madre e mio zio che mi portano dal pediatra avvolta in una coperta, nella Peugeot 104 rossa, quanti anni avrò avuto? Sicuramente pochi.

Anche oggi, il mio pensiero è a quella giornata del 1999.