Rivoluzione
In alcune foto che ancora conservo degli anni ’80 , la cabina telefonica gialla che c’era sotto casa mia , faceva parte dello sfondo, oggi la promuovo e la faccio diventare soggetto dell’immagine che ho dentro di me.
Aveva anche le porte, la cornetta sopra gialla e camminando lungo corso calatafimi non era raro incontrare le sue sorelle.
Dentro di lei costudiva il telefono grigio enorme o forse io lo ricordo grande, visto che ero piccola.
Era un altro di quegli oggetti che odorava di indipendenza e che ha avuto sempre il suo fascino, soprattutto quando ancora le cabine telefoniche si chiudevano quasi ermeticamente, riuscendo ad di isolarti in un mondo in cui i suoni del traffico erano attutiti da quelle porte che un po’ facevano resistenza ma che alla fine ti accoglievano dentro di esse.
Quante volte ci sono entrata con le mie amiche, quando da piccole le usavamo per chiamare casa, con i gettoni telefoni, che si usavano anche per pagare, valevano duecento lire!
Io sono ancora qui ma lei si è trasformata, prima in rossa, poi in trasparente e adesso non esiste più, ormai ci sono i cellulari e le cabine telefoniche sono sparite come tante altre cose e persone, purtroppo, che vanno via, lasciando i nostri rami spezzati, per sempre.
Questa instabilità che stiamo, tutti ,affrontando è forse data dall’essere nati in un secolo che si è chiuso e ci ha lasciato sull’orlo del precipizio della nostra coscienza portandoci in un futuro che non eravamo pronti ad affrontare?
Riesco a sentirmi isolata e afona in un mondo pieno di persone, che apparentemente ascolta.
Se il nostro pianeta facesse una rivoluzione maggiore intorno al sole, avremmo più tempo per riflettere e per invecchiare, invece di vedere la nostra vita correre via come dei granelli di sabbia tra le mani?