Scusate L'Angoscia
Mi guardo in questa foto, avrò avuto quattro anni, ho ancora gli stessi occhi a palla e grandi ma non mi perdevo ancora nei miei pensieri, ero solo una bambina piagnucolona, felice di avere il suo gelato ed un fratello più grande che le scattava una foto.
Adesso invece quando vedo un obiettivo, spesso scappo e mi irrigidisco, forse per timore che si possa vedere tutto il peso delle mie idee, nel mio sguardo.
Nel 1983 la mamma mi rimboccava le coperte, la nonna era un’ altra mamma e papà tornava tardi da lavoro ed i miei fratelli erano tanto vicini da potere dormire nella stessa stanza con loro o quasi, e qualcuno era ancora con noi, ma cosa c’è da fare?
Molti ti rispondono che è la vita, altri vivono passivamente senza chiedersi il perchè di tante cose, io no.
Anche se mi pongo tante domande alla fine di tutto sono solo una formichina di un enorme formicaio che si rigenera in continuazione non prendendomi quasi in considerazione.
Ti capita, poi, di leggere i diari di una "certa" Sylvia Plath e chiederti come i tuoi pensieri possano avvicinarsi tanto alla mente di un’ altra donna, la quale è stata capace di mettere nero su bianco quello che la tormentava, lasciandoci tanto e facendomi sentire un pò meno sola,in questa terra che mi sta ospitando piena di insidie.