Neuroni, ci lasciano a 45 anni?
Di questi giorni la notizia, che arriva dalle pagine del British Medical Journal: il cervello cominci a perdere colpi a partire dai 45 anni di età, la memoria, la capacità di ragionamento e l’attitudine a comprendere le cose, sono stati oggetto dello studio. Anche su facebook e twitter la news comincia a girare con una certa ilarità tra chi oscilla o ha superato da poco gli anta!
I miei studi quasi mi obbligano a dare peso a questa notizia ma la mia esperienza di vita, vicino ad una donna che é arrivata a quasi 98 anni é diversa.
Mia nonna, Tina, tutti la chiamavano così era il diminuitivo di Agata, per me era solo “nonna”, fino quasi alla fine interagiva con noi anche se la sua materia grigia non c’era più a detta dei dottori.
Mi ricordo, in una notte di Maggio, all’ Ospedale Civico a Palermo: lei, la mamma ed io, l’ennesimo TIA, ancora un’ altra TAC per appurare che non ci fosse in corso una emorragia cerebrale ed un neurologo con il referto in mano.
La nonna sulla lettiga, ancora non presente, ed il medico che mi guarda sconsolato e mi chiede in che stato fosse prima di questo episodio, rispondo che non era molto lucida ma che comunque parlava ed interagiva con noi.
Non mi ha creduto, non aveva riscontri dal referto, ha saputo solo dirmi che era impossibile che la nonna riuscisse a fare quello che gli avevo raccontato perché dalla TAC il cervello era così devastato, pari al nulla o quasi.
Non sapevo cosa dire, cosa raccontargli affinchè mi credesse, ma alla fine poco mi importava, io sapevo chi era mia nonna nonostante fosse in un corpo logoro che non ce la faceva più.
Cosa si sia creato nel suo cervello, ancora non lo so, forse un “bypass neuronale”, forse le poche cellule rimaste sono riuscite a fare rete tra di loro e dare le giuste sinapsi al suo cervello.