Ieri sera, sono andata al cinema in compagnia della mia sola amica, fidata, a vedere questo film davvero interessante, capace di farti stare vicino alla protagonista inizialmente,in quanto licenziata senza un reale motivo, senza soldi, con un figlio piccolo ed in secondo a discostarti da lei perche’ diventa una donna senza scrupoli, forse per la sua stessa sopravvivenza.

Rimango sempre entusiasta di fronte a cosa un regista puo’ mettere su pellicola , la capacita’ che si ha di trasmettere la triste realta’ dei nostri giorni: la protagonista, infatti, ha una agenzia di lavoro per immigrati (sfruttati).

Guardando il film mi è venuta in mente la denuncia di fabrizio gatti fatta attraverso le pagine dell’espresso sullo sfruttamento in sicilia dei braccianti clandestini che raccolgono patate, fragole, arance, uva ed olive,12 ore di lavoro per 25 euro al giorno, pagando anche il posto letto ai “caporali”, losche figure che alle 5 del mattino passano da un punto di ritrovo per caricare questi poverini e portarli sul posto di lavoro. Ore ed ore di lavoro, sotto la minaccia di non averlo piu’ l’ indomani e dell’essere rimpatriati con una semplicissima telefonata alla polizia.

Siamo tornati di nuovo alla tratta degli schiavi?