Sono venti gli anni dal mio Servizio Civile Nazionale, il progetto si chiamava “Le Oasi della Natura”, una di questa era proprio Isola delle Femmine, per gli amici intimi: l’isolotto, perché il il piccolo paese marinaro prende il nome proprio da questo selvaggio fazzoletto di terra che dall’isola più grande guardi e spesso ti fai domande, cioè io me le sono sempre fatte, gli altri non lo so.

Da studentessa di Scienze Biologiche e dal legame viscerale che ho sempre avuto con gli animali ero molto contenta di iniziare questo progetto con la LIPU, tanto, non vedevo l’ora di entrare in contatto con la fauna selvatica, contatto parolona, perché di certo non ti puoi mettere a fare le carezze a un gabbiano reale o a una poiana. In realtà quello che ho toccato con mano è stata la crudeltà dell’uomo perché spesso arrivavano uccelli feriti per l’inutile caccia. Non dimenticherò mai la bellezza e la sofferenza di un barbagianni trivellato di pallini arrivato ormai quasi esanime.

Sul motoscafo direzione isolotto

Certe esperienze non si archiviano, non si dimenticano, non si mettono nella soffitta dei ricordi, così come le persone presenti sempre nella mia mente; in questi giorni dopo quello che è accaduto sabato scorso con il “party” dei gemelli Triolo ho avuto un sussulto che ancora non si è fermato.

Tutti ne abbiamo sentite tante in questi giorni una che mi lasciato basita è stata la dichiarazione di tale “Mauriziotto”: alla radio scherniva un po’ le regole che non permettono la promozione di un territorio bello come il nostro. Gli vorrei dire che non è così, la promozione esiste ma corre e sfreccia su altri binari, come quella dell’educazione ambientale a scuola realizzata dalla LIPU e anche Isola fa, dall’accoglienza di tante e tante persone interessate a scoprire che vive sopra e sotto l’Isolotto. Peccato non avere una foto di quando spiegavo a una scolaresca la “Pinna Nobilis” avendo un bivalve tra le mani trovato (vuoto) sulla sabbia. La LIPU tante cose mi ha lasciato come l’amore di cuore, scientifico e accademico per una delle classi più nobili della Zoologia: Aves.

E oggi tutto questo questo frullatore di ricordi, emozioni, esperienza l’ho messa in pratica perché stamattina c’è stata una conferenza stampa e sono corsa, perché sentivo fortissimo il richiamo di tutto questo così posso anche raccontarvi dei trentacinque volontari e volontarie italiani e stranieri saranno impegnati in diversi round da due settimane ciascuno alla RNO per la pulizia e per la cura e la manutenzione del verde.
Anche quest’anno, come ormai da quasi vent’anni, si ripetono le attività di volontariato organizzate dalla LIPU, Ente gestore della Riserva Naturale Orientata, e dall’Associazione InformaGiovani.
E anche nel 2024 si ripete il sostegno del programma Corpo Europeo di Solidarietà, che finanzia l’organizzazione delle attività. Volontari e volontarie arrivano da undici paesi diversi oltre che dall’Italia: Ucraina, Portogallo, Francia, Spagna, Bulgaria, Finlandia, Turchia, Polonia, Croazia, Germania, Spagna.
Presente sull’isola anche un docente della facoltà dell’Università di Kiev, con cui è stata avviata una collaborazione anche per facilitare la partecipazione al progetto di due studentesse della capitale ucraina. Il primo gruppo di undici volontari e volontarie, alloggiati in un campeggio del paese, già nella prima mattina di lavoro, ha riempito oltre dieci sacchi di rifiuti nelle zone più basse dell’isola.

Sulla barca insieme al TGR Sicilia

Per Vincenzo Di Dio, direttore della Riserva, ”questi progetti si integrano con l’attività ordinaria di tutela e cura dell’area protetta, istituita nel 1997, supportando il ripristino ambientale.
Un lavoro importante che soprattutto in questo periodo dell’anno permette di pulire dalla sporcizia portata dalle mareggiate e da alcuni visitatori poco attenti all’ambiente della Riserva.”

I sacchi che vedete sono stati riempiti tra ieri e stamattina, questa è le pulizia annuale, tra le mareggiate e il brutto tempo si rischierebbe di annullare il lavoro di pulizia, quindi si attende anche che le condizioni climatiche siano ottimali. Ovvio, mi diceva il direttore, che se si va sull’Isola e si trovano, spesso e volentieri, bidoni di plastica e varie ed eventuali si portino via. Il contenuto di questi sacchi viene dal mare, vorrei che su questo ci riflettessimo tutti perchè il mare non è in grado di produrre plastica, siamo noi i diretti responsabili.

Monica Valenti, vicepresidente di Informagiovani, sottolinea l’importanza della dimensione europea di questi progetti.
“Grazie al contributo del Corpo Europeo di Solidarietà, questi progetti uniscono l’attività di volontariato, con gli aspetti interculturali dell’incontro fra giovani di diverse nazionalità. Un modo per sviluppare e fare crescere il senso di cittadinanza in chiave europea e rafforzare i legami fra i giovani.”

Per Katya, di Kiev, che ha diciotto anni ed è arrivata in Sicilia tre giorni fa, “prendere parte ad un progetto europeo che unisce la tutela dell’ambiente e il contatto con giovani di altri paesi è per noi un’esperienza importante; grazie a InformaGiovani e alla LIPU, abbiamo l’opportunità di vivere alcune settimane di normalità, lontani dalla guerra, in uno splendido contesto naturale dove possiamo anche renderci utili.”

E a proposito di Vincenzo Di Dio, non ci vedevamo da venti anni praticamente, dal motoscafo l’ho salutato e dal 2004 in un balzo ci siamo ritrovati nel 2024 o dal 2024 ci siamo ritrovati nel 2004? Non lo so, ma quando vivo queste sensazioni con qualcuno che non vedo da tempo sono fiera di essere riuscita, insieme all’altro, a tessere dei rapporti che vivono al di là del tempo che passa e della frequentazione che per milioni di motivi sfugge, finisce ma che nella metafisica si conserva.