Per il secondo anno consecutivo l’indagine del Sole 24 Ore sulla Qualità della vita nel Paese si arricchisce di un focus sul benessere delle donne. Speranza di vita, divario retributivo, performance nello sport: a definire la classifica delle province italiane è la media dei punteggi riportati in 12 indicatori riguardanti il mondo femminile.

La Brianza conquista il podio con il minor gap occupazionale, seguita da altre province del Centro-Nord e da Cagliari, mentre il Mezzogiorno avanza sul fronte dell’istruzione.
Sono diversi gli indicatori scelti per stilare la classifica, come: speranza di vita alla nascita; tasso di occupazione delle donne e occupazione giovanile; gap occupazionale di genere; numero di laureate; gap retributivo tra uomini e donne; numero di imprese femminili; numero di amministratrici nelle imprese e nei Comuni; violenze sessuali; sport femminile; competenze numeriche.
Da segnalare la competenza numerica che vede ancora agli ultimi posti le province siciliane e calabresi (ma anche Napoli, ferma al 102° posto su 107). Invece, il numero delle laureate nel corso del 2021 segna il riscatto per il Mezzogiorno, con Benevento, Avellino e Caltanissetta sul podio, e l’intera top ten dominata dal Sud Italia. Un primato che però rischia di essere «uno spreco, perché dimostra come nel Mezzogiorno esista un ricco bacino di competenze che non riesce a incanalarsi verso l’occupazione e a generare reddito, visto poi il tasso alto di disoccupazione femminile rispetto al resto d’Italia: sono ancora 40 su 107 le città in cui le donne che lavorano sono sotto la media nazionale, ferma al 53,5 per cento.


Palermo si trova all’ottantottesima posizione per qualità della vita per le donne, noi donne, dopo di lei soltanto altre diaciannove città, per caso qualcuno di voi è stupito da questo dato? Io no, anzi sono certa che possiamo fare di peggio.