All’indomani della direzione del PD palermitana, servita per delineare il futuro prossimo di Palermo, c’è da avere il mal di mare nonostante quest’ultimo ci scorra nelle vene, siamo andati a letto sognando primarie e soffitti di cristallo divelti e ci siamo svegliati con un punto di domanda più grande del precedente.

A quanto pare ci si vuole affidare al famigerato “campo largo”, quello che da mesi vediamo “scorrere” a Roma, quello che non è stato in grado di eleggere un nuovo presidente della Repubblica, adesso qui in Sicilia a Palermo, dovremmo essere in grado di applicare questo “modello vincente” e portarlo avanti prima con l’elezione del nuovo sindaco, poi con una maggioranza degna di questo nome.

Scusatemi un attimo se sinceramente ho i miei dubbi: fortunatamente a tenere testa a tutto ciò c’è Leoluca Orlando, al quale questa scelta non piace proprio e ci mancherebbe: il sindaco sicuramente non può dimenticare tutto quello che è stato fatto da Italia Viva nell’ultimo periodo in Consiglio Comunale.

Tempo fa qualcuno mi ha detto che sapere dialogare con l’avversario è politica, ma questo dialogo fino a dove può spingersi?

Andando all’essenza, il PD aprendo a Italia Viva e chiudendo alle primarie ha praticamente risolto una valanga di problemi, in primis trovare un candidato, a quanto sembra i piccioni non spiccheranno più il volo, neanche questa volta. Davide Faraone in pista da tempo “balla da solo” da un po’, i suoi manifesti sono pronti e li abbiamo visti tutti, realizza eventi, ha iniziato il tour – scegliendo le due ruote – un po’ come si faceva nelle scorse campagne elettorali, ricordate il camper di Renzi, lo scooter di Di Battista, il bus di Prodi, la nave di Berlusconi, ma anche il quasi profetico Walter Veltroni che ha girato anche lui l’Italia in pullman rosso con scritta “L’Italia viva” nel 2008.

Insomma il lavoro è quasi tutto fatto, un po’ come quando trovavi le frasi della versione di tradotte nel vocabolario, bisogna però fare i conti con il Professore, non quello di greco…