I film e le serie nelle quali si viaggia nel tempo mi hanno sempre affascinato, questa dimensione con la quale si può andare soltanto in avanti è una condanna che ci viene data da prima che il nostro zigote si formi.

Se l’ovulo non viene fecondato decade nell’arco di tre giorni e anche gli spermatozoi hanno vita breve; se la fecondazione invece avviene tutti i passaggi saranno cadenzati da tempi ben precisi da rispettare, pensate ad esempio al dotto di Botallo quello che mette in comunicazione l’aorta con l’arteria polmonare durante la vita fetale, si chiude generalmente in maniera spontanea entro tre giorni dalla nascita, se questo non succede si deve intervenire.

Papà, zia Antonella e la nonna Elvira.

Sarebbero davvero tanti gli esempi da poter fare, sarà che in questo periodo familiare, un po’ difficile, ho spaziato con i pensieri in ogni direzione senza farmi nessuno sconto, anche perché solitamente gli sconti a me stessa non li faccio mai, preferisco i rincari. I saldi, forse sbagliando, li ho sempre fatti agli altri.

Nei meandri delle mie riflessioni, a Natale, ho fatto un viaggio nel tempo: ho incontrato una mamma che mi affidava il suo bambino, il suo piccolo, perché lei poteva più prendersene cura, perché il suo neonato ha 83 anni e lei non c’è più dal 1981. Lei che ha protetto da sola, con il marito in guerra, lui e sua sorella Anna.

L’amore che lega una madre a suo figlio si può disperdere nel tempo che passa attraversato dalla morte?

Io la nonna Elvira, Angela, detta Elvira non la ricordo, ero davvero piccola quando è andata via, ma sono sicura che dopo questo maledetto novembre 2021 sia più serena, sapendo che mi sono presa cura di suo figlio come se fosse mio, in realtà è sempre mio, è mio padre.