Ada Lovelace https://g.co/kgs/MCFq1e

Indagine Repubblica degli Stagisti – Spindox con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. Le ragazze italiane lamentano lo scarso incoraggiamento delle famiglie e il timore di non essere apprezzate, ma temono anche di non essere portate. Ma la scuola non dà alcun tipo di supporto: è dai banchi che bisognerebbe cominciare per ribaltare gli stereotipi.

Perché le donne non studiano informatica? Eppure il 71% degli uomini e il 65% delle donne ritiene che studiarla permetta di trovare facilmente lavoro all’estero, e una quota leggermente inferiore di giovani è convinta che grazie a una laurea o comunque a una specializzazione in informatica si possano ottenere retribuzioni più alte.

Dai dati della ricerca, commissionata da Repubblica degli Stagisti e Spindox all’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, e condotta su un campione di 2.000 persone di età compresa tra i 20 e i 34 anni, emerge che in generale sono ancora troppo pochi i giovani italiani che scelgono l’informatica, e che le colpe sono innanzitutto della scuola, che non dà “alcuna occasione” di conoscere questo importante settore di studi: a sostenerlo è circa la metà degli intervistati.

Alla scuola italiana si rimprovera non soltanto di non aver dato modo agli studenti di conoscere e di apprezzare l’informatica, ma anche di non aver dato informazioni su quelle che sono le prospettive di impiego e di carriera, ben superiori rispetto ad altri settori. Non aver saputo in tempo utile quali erano le possibilità offerte dall’informatica suscita rimpianti soprattutto nella fascia di età più alta degli intervistati e soprattutto delle intervistate, le donne tra i 26 e i 34 anni: ben il 38 per cento infatti “prenderebbe in considerazione l’opportunità, dopo aver preso consapevolezza dei relativi vantaggi occupazionali”. La quota si riduce tra le donne più giovani: è evidente che un impatto magari difficile con il mondo del lavoro ha suscitato un ripensamento sulle scelte “vocazionali”, facendo magari pensare che forse se si fosse scelto di studiare informatica la carriera lavorativa sarebbe decollata prima, meglio, con stipendi più alti.

Solo il  5.7% delle intervistate alla domanda “in generale tra maschi e femmine chi è più bravo rispetto all’informatica?” risponde le donne. Persino gli uomini sono più generosi: opta per le donne il 7,3% degli intervistati. Però quattro ragazzi su dieci sono convinti della “superiorità” del proprio genere in campo informatico.

Perlomeno però le donne non sono d’accordo con il radicato pregiudizio secondo il quale le ragazze sono meno portate nello studio dell’informatica: il 53,3% delle intervistate ritiene che le femmine siano portate quanto i maschi. Ma non si tratta solo di questo: le donne temono anche che questo pregiudizio possa giocare a loro sfavore nel momento in cui, acquisita una laurea in informatica, si presentino sul mercato del lavoro. Oltre una ragazza su tre, si legge infatti nell’indagine, percepisce “una resistenza culturale che pesa non solo sulle scelte delle donne ma anche sulla percezione di se stesse e delle proprie capacità”. Pesa poi la scarsa presenza delle donne nel settore: ne è convinto anche il 40 per cento degli intervistati maschi.

A esercitare poi una pressione sulle ragazze perché non scelgano una carriera nel settore informatico sono anche le famiglie. (Fonte Repubblica.it)

Proviamo a dare una mano alle ragazze, a partire già dalle scuole medie, ne va del loro futuro! Unitevi alla community di Women Techmakers e se siete di Palermo vi aspettiamo nel gruppo Telegram capitanato da me e Luisa Di Martino.