Se hai una polaroid nel 2020
Sono anni che arranco dietro al pensiero della Polaroid, anni che osservo le macchine ma soprattutto anni che vivo – o meglio ho vissuto – nell’assenza delle pellicole. Con la mazzata data dal digitale Polaroid stessa si era convertita ad alcuni prodotti di nicchia e all’utilizzo di una speciale carta termica, lontana anni luce da quelle che noi tutti ci ricordiamo; aveva smesso nel 2008 di produrla.
Nel 2017 accade una cosa bella: The Impossible Project (aveva creato pellicole simili in questi anni) acquista i diritti Polaroid, riportandola alla vita pellicole insieme a tutti i nostri desideri inespressi attraverso uno scatto, iniziano così ad uscire sul mercato i primi modelli come la One Step, riproduzione della macchina del 1977.
Oltre ai nostalgici cronici, come me, la voglia di Polaroid è stata sicuramente aiutata da operazioni di marketing importanti come la loro presenza all’interno di Stranger Things, la famosa serie TV di Netflix ambientata negli anni ’80, in fondo quei bambini che corrono liberi siamo tutti noi, no? Polaroid ha ovviamente messo in vendita il modello dedicato alla serie, sicuramente un pezzo da collezione.
Una novità importante riguarda le pellicole: non hanno più la batteria incorporata perché è la macchina stessa ad avere la sua ricaricabile! Il prezzo sia online che offline è sui 15 euro per 8 pellicole, so bene che ormai pensare di pagare per avere una foto è un concetto lontano, ma nessuno scatto digitale riesce a darmi le stesse emozioni di quando tengo in mano gli album fotografici, perché io stampo, non tutto ma ancora stampo, del resto di Polaroid avevo comprato la PoGo una piccola stampante Bluetooth.
In tutti questi anni di reflex digitale, smartphone e compatte non ho mai abbandonato la pellicola, a volte penso che il digitale invece di darmi qualcosa in più, me l’abbia tolta. Effettivamente ci ho provato, ho ancora dei rullini in bianco e nero nel frigorifero…ho usato la Diana, la mia Zero Image a foro stenopeico e adesso con la One Step 2, che ho ricevuto a Natal,e con la quale ho scattato la foto che vedete tra le mie dita proprio qui.
Come posso esprimervi su “carta” le emozioni che scaturiscono, quelle farfalle nello stomaco, quella nostalgia che sa di storia, immaginazione, creatività, passione in strettissima relazione allo strumento che utilizzi per scattare?
Ma torniamo al titolo di questo post… e all’assurdo ciclo che si innesca dopo che hai scattato e hai subito tra le mani il frutto di quello che hai visto prima di premere clic: dopo una decina di minuti la foto è pronta, anche se col passare delle ore migliorerà, i colori saranno più vividi, la guardi ancora una volta, ti perdi nei colori tipici della Polaroid, il tuo telefono è lì vicino, lo prendi, apri la fotocamera e scatti una foto alla foto e la pubblichi su Instagram. Punto e a capo.