Io un papà ce l’ho e anche Palermo ce l’ha si chiama Luca, Leoluca.
Ho avuto la fortuna di non avere mai grilli per la testa e non ho mai preso cattive strade: non ho mai fumato neanche una sigaretta, sono noiosa, lo so.
Palermo invece no, è stata più ribelle di me, ha avuto tanti problemi, momenti neri, momenti di abbandono e di guerra. Scoppiavano anche le bombe fino a qualche anno fa, per strada il sabato o in una domenica qualunque, che qualunque non lo sono mai state più.
Ci sono stati momenti nei quali ci siamo sentiti prigionieri dentro casa e senza uno spazio dove potere camminare semplicemente in libertà.

Una delle cose che più rimprovero alla Palermo senza papà è il paradosso che vivevo: sentirmi cittadina di qualsiasi altra città tranne nella mia, ero orfana di Palermo, come lo era lei.
Poi cinque anni fa, un soffio, una idea, un sogno ha iniziato a diventare sempre più forte e concreto: il mio sindaco, il papà di Palermo è tornato a casa e la nostra grande famiglia che si specchia ogni mattina sul mare, ha iniziato a respirare e rigenerarsi profondamente.
Non c’è niente da cambiare e il coraggio, quello vero, l’ho visto nelle scelte di questi cinque anni, per questo io l’11 giugno voto Leoluca Orlando: il papà di Palermo.