Cari Lucia, Manfredi e Fiammetta
Cari Lucia, Manfredi e Fiammetta,
non ci conosciamo ma spesso mi sono sentita vicino a voi, anche io faccio parte di una famiglia composta da cinque persone, siamo tre fratelli, Alessandro, Simona ed io, l’ultima arrivata.
I vostri genitori si sono sposati a dicembre del ’68 ed i nostri nello stesso mese di due anni prima, anche mio fratello è nato nel ’69 come Lucia, insomma tanti punti con un denominatore comune: Palermo, una delle città più ricche di sole in cui vivere ma piena paradossalmente di ombre e buchi neri dai quali non potere più uscire.
Quando ero adolescente e anche oggi, non vi ho mai immaginato come una famiglia di supereroi ma semplicemente come una famiglia fatta di persone che si amano e per pensare questo mi è bastato guardare un’intervista di vostro padre, nello studio di casa, per capire come fosse un marito, un magistrato, un papà: una scrivania, un telefono, l’enciclopedia che serviva per le nostre ricerche di scuola, una sigaretta….
Se foste stati compagni di scuola di uno dei miei fratelli, sicuramente avreste fatto i compiti insieme, così come si faceva.
Forse è questo quello che vi ha reso sempre speciale davanti ai miei occhi: essere delle persone semplici che vogliono compiere nel migliore dei modi il proprio lavoro, perché è questo sicuramente uno degli insegnamenti che i vostri genitori vi hanno lasciato.
In qualsiasi latitudine del mondo, questo sarebbe una delle cose più semplici da fare ed invece no, qua tutto si mescola, il vento che soffia dalla Cala riesce a mischiare, coprire e sporcare quello che per noi nonostante tutto, continua ad essere il giusto.
Gli ultimi mesi che vi hanno messo alla prova, anche mediaticamente sono stati terribili, per questo vi scrivo questa lettera affidandola alla Rete come se fosse un messaggio nella bottiglia, sperando giunga tra le vostre mani: esistiamo anche noi, palermitani che davanti a tutto quello che succede in questa terra si indignano, che odiano la corruzione, che detestano il malaffare, che disconoscono l’omertà e che piangono ogni 23 Maggio e 19 Luglio, anche se sono passati più di vent’anni.
Il timore forte è quello che voi pensiate di essere soli ma non è così, ci sono e ci siamo e continuiamo a sostenervi, palermitani come me che si impegnano ogni giorno anche nelle piccole cose perché siano giuste e che i prepotenti siano sempre meno e che vengano eradicati dalla nostra Sicilia.