Pregiudizi di genere per una lavastoviglie
Cercare casa, comprare degli elettrodomestici ancora oggi si trascinano dietro dei pregiudizi belli tosti, soprattutto nella mente di chi offre questi servizi.
Consapevole che sia complicato per una donna, in Sicilia, trovare un lavoro anche minimamente retribuito non do comunque per scontato che sia disoccupata o che non voglia lavorare, come non do per scontato che sia “l’addetta” alla pulizie della casa.
Ed invece ancora oggi ci si può sentire dire frasi stonate che possono dare fastidio, anche perché ti fanno capire quanto certi pensieri siano radicati nelle testoline, senza fare distinzione di genere.
Ad esempio, una coppia che conosco che sta per sposarsi mi ha raccontato tre, chiamiamoli aneddoti, che sono il riassunto di quanto detto prima.
Hanno guardato su internet diversi annunci di casa da affittare, presi i primi appuntamenti sono andati in giro speranzosi di potere realizzare il loro nido (stanno insieme da 7 anni!).
Alla prima casa vista, ecco cosa dice l’agente immobiliare: “Signora la casa è grande, posso capire che per le pulizie sarà complicato”.
Risposta della mia amica: “Sta parlando con la persona sbagliata“.
Dopo avere superato l’incubo della casa (trovata) giro per trovare gli elettrodomestici, con il suo aitante futuro sposo, è il turno della lavatrice, al momento di pagare però lui chiede a lei se avesse la tessera fedeltà, lei la cerca nel portafoglio e la cassiera (donna lavorante) commenta: “Sempre così, lei cerca la tessera e lui la carta di credito!”
Risposta della mia amica: “Le assicuro che non funziona così”.
La settimana dopo è il turno della lavastoviglie, piccolo inciso, visto che vengono lavati i piatti questo strumento è collocato nell'”emisfero femminile”, dopo averla scelta il commesso dà il suo consiglio, ovviamente a lei:
“Signora, io poi lo so che se pente che la vuole bella larga che non le entrano le teglie!”
Risposta della mia amica, ormai stanca di sentire certi pregiudizi : Non è questione di genere la scelta della dimensioni della lavastoviglie”.
Proprio qui si gioca la questione, l’identità di genere e del perché facciamo ancora coincidere alcuni retaggi, legati a quadri storici-culturali lontani, con la figura femminile e quella maschile.
Siamo usciti dalle caverne da parecchio tempo, molti animali lo hanno capito e lo fanno tranquillamente, come il pinguino e l’ippocampo che si occupano della prole senza che nessuno gli dica nulla o lo guardi strano o senza che nessuno pensi che i soldi per pagare la baby sitter siano per forza quelli dello stipendio della madre (colpevole di abbandonare i figli).
A voi cosa hanno detto che magari vi ha fatto fare la stessa riflessione?