Angelino Alfano fa un discorso ai piccoli che arriva ai grandi
Sabato scorso sono stata alla cerimonia di inaugurazione della Caserma de Carabinieri sorta sul covo di Riina, al di là di tutte le polemiche, sicuramente un passaggio simbolo per noi palermitani e siciliani.
Una casa che ha tenuto nascosto, durante la latitanza il boss, rinasce con i Carabinieri, figura dello Stato a cui noi tutti siamo legati visceralmente.
Tante le figure presenti, c’erano dei giudici, tutte le forze armate rappresentate dai più alti in grado e diversi esponenti politici nazionali siciliani, come Teresa Piccione e Gea Schirò.
Da ministro degli Interni e da siciliano c’era Angelino Alfano che in un discorso breve è riuscito a toccare le corde di tutti i presenti e anche a sollevare delle inutili polemiche con il solito “giochino”, da parte di chi doveva raccontare, di non contestualizzare quello che è stato detto.
Il suo discorso, a mio parere bello, veloce e diretto: raccontato agli alunni di alcune scuole presenti, la combinazione per decriptarlo semplice da individuare, era data dal parlare ai piccoli per arrivare ai grandi, il ministro raccontava e spiegava sembrava davvero un bravo maestro come ci siano state rubate dalla mafia parole come: famiglia, rispetto ed onore. Tre sostantivi semplici e che i bambini conoscono, soprattutto “famiglia” il loro microcosmo iniziale.
I bambini lo hanno capito, tanto da approvare le sue parole agitando piacevolmente delle piccole bandierine dell’Italia che stringevano nello loro piccole mani, noi no: polemiche su polemiche su polemiche.
Qui potete leggere una buona parte del suo discorso:
“Oggi è un giorno bellissimo perche’ qualcuno ha vinto e qualcun altro ha perso. Bellissimo perché lo Stato vince e la mafia perde. Questa era la casa di Toto’ Riina, il boss sanguinario che qui trascorreva la sua latitanza. Lo Stato l’ha presa e l’ha consegnata ai carabinieri”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervendo a Palermo alla cerimonia di inaugurazione della nuova stazione dei carabinieri del quartiere Uditore, in quella che fu la villa di Toto’ Riina, in via Bernini. Il ministro Alfano, rinvolgendosi alle scolaresche ha inoltre aggiunto: “Quando uccisero il generale Dalla Chiesa andavo alle elementari e ricordo che le maestre ci dicevano che non avremmo mai sconfitto la mafia se non ci fosse stata la ribellione dei giovani. Bene, la ribellione c’e’ stata. Lo Stato ha varato leggi che – ha detto – che fanno stare i mafiosi al carcere duro. Lo Stato ha approvato norme importanti grazie alle quali diamo i soldi, le imprese e gli immobili sequestrati e confiscati alla mafia a chi la mafia la combatte ogni giorno”. Il ministro ha inoltre affermato che i “mafiosi sono criminali, assassini, ladri di speranza, di futuro e di parole, come famiglia, rispetto e onore”.
Questo il tweet che avevo scritto durante la mattina che riprendeva una delle sue frasi, guardate le risposte polemiche arrivate:
@angealfa: “Oggi è un giorno bellissimo: lo Stato ha vinto, la #mafia ha perso” #Palermo pic.twitter.com/ONxPYtalGY
— Serena Tudisco (@serenatudisco) 9 Maggio 2015