Festa della donnaFesta della donna o del maschilismo l’8 marzo?

Non festeggio più da almeno quindici anni, quando uscivo a pranzo con le mie amiche storiche Giulia, Rosita e Ivana e andavamo al ristorante cinese o indiano a pranzo. Cresci prendi consapevolezza e capisci che in questo giorno c’è poco da essere felici.

Lo capisco dalle pagine del mio diario, questo iniziato nel 2007, spesso intrise di parole e altre volte lasciate in bianco sembrerebbero agli antipodi ed invece spesso sono la stessa cosa.

Desumi che c’è poco da festeggiare quando ascolti, leggi la cronaca di ogni santo giorno o dal mio lavoro che fatto al SUD fa paura anche alle donne stesse che troppo spesso mi hanno guardato sbigottite dicendomi: “Tu sei strana, tutte queste cose di tecnologie le femmine di solito non le conoscono” o negli sguardi persi nel vuoto durante una riunione quando parli e sembra che la testa degli uomini sia da un’altra parte, pronti a girarsi ponendo poca attenzione a quello che dici perché la tua voce non è brutale ed hai una montagna di riccioli in testa, quando poi a quel tavolo sei l’unica che capisce e sa spiegare cosa e come fare. Gli stessi uomini che poi a fine riunione ti cingeranno con il loro braccio la spalle, senza nessuno motivo, non siamo amici, colleghi quasi e le mani addosso non devi metterle.

Mia sorella mi racconta invece che a Milano non è così, che il lavoro che faccio io è svolto da tantissime donne  ma perché non apprezzare quindi, chi anche se a Palermo, ci prova invece di guardarti ancora una volta e chiederti: “Perché tu e non io?”, come un bambino a cui hanno rubato la merenda a scuola?

Come se dovessimo ancora pagare il peccato originale di essere nate donne. C’è chi crede ancora di fare un complimento ad una donna dicendole: “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”, frase da brivido, forse l’essenza del maschilismo, frase sentita meno di un mese fa.

Io vado avanti, non solo per me ma lo faccio anche per chi non ha il coraggio di esporsi, di provarci, per le ragazze che ci hanno rinunciato o che credono di nascondersi dietro un uomo basti per soprav-vivere, lo faccio per chi ha abbassato la testa davanti ad un uomo che sbaglia, solo per averlo accanto tanto da non riuscirlo più a vedere nonostante abbia ancora un corpo, lo faccio per chi crede che dopo la laurea esista solo il matrimonio e le quattro mura domestiche e due bambini da partorire presto.

Come ha scritto Michela Marzano, anche io: “Sarò contenta quando non ci sarà più bisogno di un 8 marzo per ricordare le conquiste delle donne e tutto quello che si deve ancora fare!”