Sarà che sono una pensatrice nata ma non riesco a non farlo quando vedo dei paradossi che balzano subito alla vista e passano inosservati o indifferenti agli occhi degli esperti.

Il mio paradosso di oggi è dato dalle fermate dell’AMAT, la nostra azienda pubblica di trasporto urbano, in un relativo piccolo fazzoletto di terra che prende il nome di Piazza Indipendenza, di fronte Porta Nuova, dove inizia Corso Calatafimi.

Mi chiedo:

1) L’Autobus che scende da Corso Calatafimi si ferma appena arriva nella Piazza: se devi prendere una “coincidenza” con altri autobus che vadano verso il centro (molto probabile) devi attraversare una strada dove le auto sfrecciano, le strisce sono pure lontane dalla fermata, continuare poi  per la Piazza (pedonale), se non incontri un motorino su due ruote o qualche sedia incatenata agli alberi e attraversare nuovamente un’altra strada, dove la velocità è sempre alta, andare ancora avanti  sotto i giganti di Porta Nuova o quasi ed aspettare e sperare che l’autobus che attendi per andare, magari, a lavoro non sia già passato quando tu cercavi di non farti investire e fare veloce, velocissimo, tanto che ti bruciano i polpacci. Inutile sperare di prenderlo a ridosso delle due fermate sulla piazza stessa, passano anni ma ancora non ho capito a quale si fermano, diverse volte sono passati dritti dritti.

2) Se sei riuscito a prendere l’autobus dell’andata, dovrai prendere quello del ritorno, ovviamente le attese aumentano in maniera direttamente proporzionale al passare delle ore del giorno.

Una volta giunto a Piazza Indipendenza, la prima fermata utile è quella dell’andata dove si è fermato il primo autobus di cui parlavo sopra, peccato che quello da prendere per andare verso Monreale (capolinea Rocca) ha la fermata da un’altra parte quindi vai di polpacci di nuovo… camminare sempre per un bel po’, attraversare Corso Calatafimi e continuare verso la meta.

Qui il paradosso più grande è dato sapete da cosa?

Spesso quando si è arrivati a Piazza Indipendenza si vede un altro mezzo arancione che sta quasi per arrivare alla fermata della “coincidenza” utile su Corso Calatafimi.

Perchè l’autista o qualche mezzo più tecnologico non gli dice di sostare magari 40 secondi per permettere a chi scende dall’altro mezzo di non dovere aspettare altri 30 minuti sotto la pioggia, il vento, il gas di scarico, le “taliate”, l’odore di milza e panelle e il fumo delle castagne.

La fretta gli viene in quel momento???

 I punti interrogativi rappresentano le fermate di cui parlo, al punto “A” le due strane fermate dove i bus mi passano spesso davanti 😉