Lady OscarQuasi una settimana fa incontravo Michela Marzano: una delle prime “matasse” che ha sciolto riguardava il suo essere troppo: nel fare, nel pensare, nell’amare, nel dare….. e come spesso accade quando l’ascolto o leggo le sue parole mi riconosco.
Perché anche io sono troppo, ed il troppo a volte stroppia e fa male.
Ci sono giorni in cui pagherei per essere superficiale, distratta, atarassica, invece di essere quella che sono.
Oggi che compio 33 anni, capisco che sarà, sarò sempre così, anche se in questi anni sono riuscita a costruire degli argini.

Spesso chiedo a mia madre da chi abbia “ereditato” questo temperamento, mi domando se è frutto di un tratto di DNA o se crescendo ci sono diventata, giorno dopo giorno, rispondendo agli stimoli esterni.
Sembra strano ma è possibile che i cartoni animati che da piccola, abbiano avuto un ruolo nello sviluppo della mia indole: Mimì Ayuhara, Lady Oscar, Candy Candy.
Tre donne diverse, cresciute anche in epoche differenti, con un unico minimo comune denominatore: una grande passione, troppa? Forse si, ma necessaria per portarle avanti nel loro percorso di vita con uno scopo: quello che fa andare avanti sempre, che non ferma, che non fa scendere a compromessi perché solo a sentire questa parola si perderebbe la propria immagine riflessa in uno specchio che fino a ieri era amico.
Ci sono ostacoli, difficoltà e tanta cattiveria, spesso gratuita, che molte persone, anche nella vita vera, riversano addosso ma non possono essere queste cose ad allontanarci dal nostro percorso, anche se a volte riescono a rallentarlo ma non a fermarlo.

Continuerò, comunque, a sciogliermi in un abbraccio, a perdermi nel tempo osservando una specie, magari felina, a rimanere ancora una volta delusa perché credevo di essere importante per un amico, a sognare che la mia famiglia rimanga sempre così, anche se già si è spezzata, a ridere con mio cognato Valerio, a distrarmi davanti ai fornelli, a ricongiungermi con me stessa quando nuoto, a percepire la mia anima in una fotografia scattata.