Amministrative Palermo: clima torrido nel centrosinistra
I buoni propositi nati prima del 4 Marzo tra i candidati del centrosinistra alle primarie palermitane sono ormai un ricordo remoto, sembra quasi che una tempesta abbia spazzato via quello che in questi mesi di lavoro si era costruito per una sana e corretta competizione.
Il clima è diventato torrido, sembra di essere già ad Agosto, in una di quelle giornate che soffocano la Sicilia.
Davide Faraone chiede di annullare tutto definendo una partita inquinata, quella delle primarie, intanto il vincitore, Fabrizio Ferrandelli, lancia su Facebook, frasi che sembrano dei veri imperativi Kantiani.
Dopo l’eviscerazione che hanno subito le primarie, snaturate nella loro essenza probabilmente per la maggior parte di quelle 30000 persone che hanno partecipato, già non esistono più, quindi la dichiarazione ufficiale dell’annullamento del voto cambierebbe di poco la situazione attuale.
Non ci sarà probabilmente un plebiscito, infatti, nei confronti di Fabrizio Ferrandelli alle amministrative di Maggio, la frantumazione del centrosinistra siciliano, ha delle crepe che superano i confini di chi ha la tessera, arrivando oltre.
Ieri dopo la consultazione organizzata tra il Segretario provinciale del PD, Vincenzo Di Girolamo, e i quattro candidati delle primarie, il vincitore di quest’ultime ha dichiarato: “Non riconoscere il risultato delle primarie è prima di tutto un atto di irresponsabilità verso Palermo e i suoi cittadini. Chi spaccherà la coalizione, dovrà accollarsi la responsabilità di aver indebolito il centrosinistra a favore di Costa e Aricò. Il 4 marzo, 30000 palermitani hanno espresso la propria preferenza e io, in quanto vincitore, terrò fede all’impegno che ho preso”.
Avrà anche ragione,a pensarla così ma non esistono più i presupposti che si credeva ci fossero fino a giorno 3.
Si rischia di arrivare nudi a primo turno, perché gli elettori, dopo lo spettacolo indecoroso a cui hanno assistito, non saranno capaci di identificare in Ferrandelli il prossimo sindaco di Palermo. Nel caso, poi, venissero presentati ulteriori candidati del centrosinistra il risultato sarebbe peggiore, sparpagliando ulteriormente il voto, portando ancora una volta la destra a Palazzo delle Aquile.
I palermitani saranno capaci, nonostante la ferita delle primarie, ad essere coesi magari inghiottendo ancora un rospo, votando un unico candidato?