Ci risiamo, è tornata la mia solita malinconia da un’altra estate che finisce qui nell’ Eremo. Forse perchè in questa piccola collina vicino al mare, gli anni durano lo spazio di trenta o quaranta giorni. Il nostro Natale è il Ferragosto e l’ultimo dell’anno o quasi è la festa del paese che come da tradizione  si conclude con i fuochi di artificio al porto.
Riesco a dimenticare Palermo con una semplicità e velocità che mi spaventano, le stesse con cui chiudo la porta di casa. Quando volto le spalle alla mia città, divento un anello della catena dell’ecosistema “Eremo”.
I luoghi, gli abitanti ,i volti, sono sempre gli stessi, quelli che ti fanno sentire padrona di un luogo che in fondo hai vissuto per poco tempo ed in una sola stagione, quella ci permette di “ritornare” all’acqua.

Da tre anni poi, sono arrivati i nostri nipotini che rendono ancora più magico questo luogo perchè li puoi vedere scoprire quello che per noi ormai era l’ovvio: la scala ad esempio,  che porta alle camere da letto,  grandissima attrattiva per ciascuno di loro, migliore di qualsiasi giocattolo.

Si immagina quello che saranno, arriveranno le loro biciclette come quelle che abbiamo avuto noi, i piccoli litigi, le grandi alleanze , amicizie che dureranno una vita tra queste strade senza asfalto, selvagge, che ci hanno sbucciato le ginocchia ma che ci hanno fatto crescere.