Mi sgretolo sotto il peso di un calendario di carta che oggi mi ricorda che tra un mese avrò trentadue anni.
Un altro compleanno, ancora una torta, qualche regalino e una maturità raggiunta in questi anni che mi aiuta ad essere una donna più sicura di me stessa, ma che palesemente spesso mi catapulta nel baratro di quello che sarebbe dovuto già essere, ma ancora non è.
Così mi trovo su una bilancia che grava con il suo piatto un giorno da un lato ed in quello successivo dall’altro, nessuno ancora è riuscito a mettere il chiavistello che la blocchi. Dovrei essere io l’artefice di quest’atto, e in parte lo sono già stata, con enormi difficoltà, a volte ho pensato che mi fosse stato dato quello sbagliato, l’ho fatto entrare a forza tanto da essere rigettato come un organo non compatibile dopo un espianto, costretta a dovere ricominciare tutto l’iter, sempre che io ci possa riuscire ed abbia le armi giuste per combattere, perché a volte mi sembra una guerra.
Vorrei avere delle cellule staminali con la forza dentro, facendo seguire ad esse il percorso già segnato da me, negli anni passati: pochi rettilinei, molte salite, un paio di tornanti e una discesa che ti grattugia l’anima.
Alla fine poi di tutte le idee che mi frullano in testa insieme agli anni e ai capelli bianchi che incombono, so come andrà sempre a finire, perché tanto, io, ferma non so stare.
Sono capace di farmi travolgere dai pensieri e dai sentimenti che frullano nella mia mente e nel mio cuore, facendomi spesso pentire di avere dato concretezza ad una sinapsi o ad una pulsazione che spesso è un’extrasistole.
Come se tutto questo già non bastasse, durante queste tempeste colpisco anche chi mi sta vicino, una persona su tutte: mio padre, l’uomo più pudico, anche di sentimenti, che io conosca.
Riesco a destabilizzarlo con i miei “giri mentali” espressi a voce alta anche mentre consumiamo l’ennesimo pasto insieme, egoisticamente lo coinvolgo mischiando magari al suo piatto di riso in bianco la mia salsa più cruda e amara, complicando dei semplici chicchi di cereali.
Sono comunque stanca di tutto questo, sapete quanto pesano i pensieri, anche se condivisi?
Spero, che il prossimo pranzo abbia come portata principale una dolcissima torta, magari con la panna e le fragoline.