Alla fine del secolo scorso, un profumo ha fatto breccia nel mio cuore: J’Adore.

Era l’ultimo anno del ‘900, avevo vent’anni, da certi punti di vista ero ancora immatura, per la scelta del profumo, no.

E’ stato il passo, che mi ha portato oltre, facendomi  capire che indietro non sarei più tornata: l’ingresso dalla porta principale del mio divenire donna, attraverso di lui.

Dopo averlo usato per oltre sette anni, ho cominciato un periodo di “riflessione”,  pensando che fosse arrivato il momento per scoprire nuove fragranze: ho così cominciato una ricerca spasmodica, come se stessi cercando il grande amore della mia vita,(che oltretutto non va cercato).

Il tuo profumo va amato, sentito tuo durante tutta l’esperienza olfattiva attraverso le note di testa, di cuore, e di fondo, che in un dare e ricevere ti coinvolgono nel semplice piacere dell’essere narrata attraverso di lui.

Sono sempre rimasta fedele a Dior,  tanto da avvicinarmi a Miss Dior Cherie ma, dopo un paio di spruzzi  ho dovuto necessariamente fargli cambiare domicilio, cedendolo ad una mia amica. Il passo successivo è stato verso Hypnotic Poison, il suo gelsomino sambac mi aveva colpito ma non era amore, così anche lui si è trasformato in  un semplice suppellettile di colore rosso.

Sabato scorso, ho deciso, che era arrivato il momento di fare ritorno a J’Adore, come se fosse un tessera del mosaico della mia vita, che si era staccata per un periodo limitato ma,  che aveva bisogno di essere fissata nuovamente al suo posto, per restituirmi quello che avevo messo da parte, anche con la sua assenza, sulla mia pelle.

Monachella quando vola, lascia una scia che in tanti, per fortuna, sanno ancora percepire e riconoscere.