Fraginesi
Come ogni estate da venticinque anni, siamo tornati a Palermo, dalla nostra
casa al mare.
Prima si stava lì molto più tempo, praticamente tutto luglio e agosto,
adesso abbiamo ridotto di molto ma quest’anno un bel mesetto non ce lo ha
tolto nessuno.
Abbiamo raggiunto i picchi massimi di abitanti ed è stato bellissimo,
ho avuto Renato,in piedi,che ancora barcollava, ma che si stringeva a me,
seduta a terra per lui, ho provato a fare addormentare Gabriele, l’altro
cucciolo della famiglia ed ho sentito piangere il piccolissimo Manfredi.
Li ho immaginati tra qualche anno a fare quello che io ed i miei cugini abbiamo
fatto per tanto tempo insieme, corse in bici, accudire i cuccioli che si
trovavano per la campagna e anche quest’anno li abbiamo avuti, cinque di gatto
ed una cagnolina!
Quando mi allontano da Palermo non sento la stessa sensazione di angoscia
che ho lasciando Fraginesi, se mi fermo a riflettere scopro di appartenerle.
Saranno le strade non ancora asfaltate, che ti fanno sentire il pietrisco sotto le ruote
ed alzare un grande polverone, quando passi, con la macchina o per gli ulivi e le sue viti.
E’un luogo ancora vero,ed è questo che tanto mi somiglia e mi fa sentire di esserle legata visceralmente come delle radici nella terra.
L’essere così ti espone tanto, d’avere gente intorno che ama e che odia, che sporca o che strappa i rami ed i frutti ma questa collina è così, qualcuno ci ha provato ad asfaltare,
qualcun’altro a volerle mettere un cancello ma nessuno è stato capace di farla cambiare.