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I trent’anni sono arrivati, tre giorni fa in maniera inesorabile.
Li aspettavo da un pò di tempo , anche se il mio ventinovesimo anno di vita l’ ho vissuto come se fosse il ventottesimo, non chiedetemi il perchè, sarà mi piacciono i numeri pari.
Sono passati dieci anni dall’ultima festa che avevo fatto a casa, ero con i miei amici, tanti, quello forse è il periodo in cui c’è il fioriore di queste persone a te affini, il 26 Aprile 2009 invece ero con i miei affetti, la mia famiglia ed il mio fidanzato, adesso che mi fermo a pensare era proprio la prima volta che un uomo fosse vicino alla mia persona, in questo tipo di occasione.
Sono consapevole di essere arrivata tardi in tutto e visto che i ritardi si accumulano molte cose magari non arriverò a farle ma almeno un pò ho vissuto.
Mi sento ancora una figlia ma intorno a me vedo mamme, ognuno forse ha i suoi tempi ed io non appartengo a questi.
Sarà colpa dell’avere avuto la mia stanza a ventinove anni insieme alla mia prima luce sul comodino?
Sono conscia però di essere diventata zia e di provare un amore incondizionato per il piccolo Renato, lo vedo afferrare oggetti e mi stupisco come già sia cresciuto in questi pochi mesi, come lui eravamo noi.
La vita corre e mi capita spesso di arrancare dietro o di inciampare ma provo a rialzarmi perchè ho solo questa possibilità che non ho neanche chiesto.
Chi ha una forte fede riesce a trovare tante risposte, spesso consolatorie ma chi non la possiede a cosa deve appigliarsi per non vacillare nel baratro di molte domande a cui difficilmente si può trovare una risposta razionale?